lunedì 28 ottobre 2013

LE PORTE

Tra oggi e domani chiudiamo una porta che era li aperta da 14 anni.
Siamo venuti per la prima volta nella nostra casa di Beaulieu nell'estate del '99, dopo due mesi doveva nascere Michela, la nostra primogenita.
Non siamo mai venuti spesso, ma almeno una volta l'anno, a Pasqua, si scendeva qua, per nascondere le uova di cioccolato nel giardino e far la caccia al tesoro ai bambini. Che oramai sono ragazzi.



In mezzo tanti ricordi, tante cose fatte, tante emozioni con la famiglia. E anche tante pedalate, su queste strade che ormai conosco a menadito, dal Col de la Madone al Col de Braus, da Peille a L'Escarene. Ho sempre trovato e messo a punto la mia poca forma atletica con i primi lunghi su queste montagne a picco sul mare, nel tentativo di uscire un pò dal traffico assurdo e congestionato della Cote d'Azur, e in specie qui attaccati a Montecarlo.



La casa era molto più vissuta da mio padre e mia madre, più che da me, mia moglie e i miei figli. Eppure 14 anni sono tanti e i ricordi si formano.
Oggi sono uscito, dopo aver fatto montagne di scatoloni, due ore su strada al sole caldo di questo strano fine ottobre, salendo come sempre su a La Turbie e al Colle d'Eze. Sono stanco però non volevo rinunciare a questo ultimo giro sulla Costa.
Domani se trovo 1 ora esco a correre fino a Cap Ferrat, poi partirò chiudendo per l'ultima volta la porta di casa e consegnando a chi verrà qui dopo di me le chiavi, davanti a uno squallido notaio nizzardo.



Quando si chiude una porta, come ha scritto giustamente Barbara, se ne apre sempre un'altra. E nuovi ricordi arriveranno, nuove abitudini, nuove giornate di sole e di mare, in qualche altro luogo del mondo. E il ricordo di Beaulieu piano piano scolorirà e andrà a prendere un piccolo posto in noi.
Sono, siamo coscienti che è un'opportunità e non una sconfitta, ma almeno stasera un pò di malinconia non può togliermela niente e nessuno.

Adieu Cote d'Azur.

Biker For Ever

lunedì 21 ottobre 2013

LA PRIMA VOLTA

E' ancora buio quando suona la sveglia. Correre d'inverno la mattina presto è faticoso. E' domenica e la voglia di girarmi nel letto e continuare a dormire è forte.
Dai mi alzo, colazione e sono in macchina, musica e si va. Mi trovo con gli altri della squadra e andiamo a Brinzio, arrivando anche un pò tirati per riuscire a fare tutto.

Corrado, Flavio, Marco e Roberto faranno la corsa a staffetta, io provo il duathlon individuale. Non ho mai corso a piedi contro qualcuno, è bello provare qualcosa di nuovo.

Mi scaldo un attimo, tanto penso andranno in griglia all'ultimo, mi giro e son già tutti li schierati. Ma non era un ambiente rilassato questo??



Si parte in mtb come pazzi, io non sono abituato a cx e xc, e faccio il lancio in coda. Prima mini discesa e trovo un tizio agonizzante in terra, tutti che gridano. Saprò poi che è Zanasca che si è massacrato il bacino (poveretto, auguroni so che vuol dire). Mi viene un groppo in gola e il primo giro non riesco a spingere.
Poi mi passa e recupero, ma qui è l'opposto di quello che so fare in mtb: un circuito di 4,5 km con 80+, tutto da menare a ben oltre 20 di media.
Arrivo al cambio, pioviggina. Poso la bici, tolgo scarpe, casco occhiali e guanti, mi infilo le Hoka, acchiappo il cappellino e inizio a correre. Sensazioni immediate pessime: mi sento lentissimo e goffo, e cominciano a passarmi podisti che sembrano volare.
Come sempre i primi 10 minuti sono i peggiori, poi le cose migliorano. In un tratto a doppio senso incrocio Corrado e anche Edo (che piacere rivedere gli amici), e so che verranno a prendermi.

A circa 1 km dalla fine, vedo con la coda dell'occhio Corrado dietro, mi ha recuperato 6 minuti in 8 chilometri, che bravo che è rispetto a me a piedi. Facciamo gli ultimi 5 minuti assieme, uscendo dal bosco e correndo nel prato. Arriviamo al traguardo mano nella mano, capisce il mio momento di emozione per la prima volta, e sta con me. Grazie.



Sorrido felice, sono riuscito ad arrivare. Correre a piedi per me è durissima, dovrei ricordarmi più spesso che fisiologicamente non potrei più farlo. Ho caviglia, tibia, e soprattutto femore destri fratturati, e una bella percentuale di invalidità. Il piede è intra ruotato, e sono tutto fuori asse nelle corsa. Per questo mi si infiammano caviglie e ginocchia.
Ma quanto è gustoso fare ciò che non potresti fare?

Grazie alla parte a pedali, sono 14esimo su 44 individuali, roba da leccarsi le dita.
Il ghiaccio è rotto, vediamo se non mi rompo qualche osso e si continua.

Biker&Runner

lunedì 14 ottobre 2013

GIORNATE SPECIALI

Esistono. Spesso credi che nulla funzioni, che tutto vada storto, ma poi ti accorgi che le giornate speciali esistono, anche quando meno te lo aspetti.
Ieri alla Pedalata Ecologica, vicino a Curino, con tutto il Team Riverosse all'appello, sono stato bene. Meravigliosamente bene.
Allegria e semplicità, tante persone che ti accolgono senza se e senza ma, un percorso che meriterebbe ben altra risonanza, bellissimo e tecnico, oltre che piacevolmente umido e viscido.

Ho spinto per provare a vedere se il ginocchio teneva, ma soprattutto mi sono divertito. Proprio divertito.

Siete troppi per nominarvi tutti, ma Grazie davvero per tutto.



Da oggi torno a correre a piedi, vediamo se me la cavo.

BikerForEver